28 giugno 2011
Recenti studi farmacologici sulla flora endemica delle isole Canarie hanno portato alla scoperta di potenziali farmaci contro il cancro. In questo arcipelago africano l’evoluzione ha determinato la presenza in ogni isola di particolari ecosistemi e di specie animali e vegetali esclusive, custodite gelosamente grazie all’isolamento e perciò preziose per la scienza.
Dalla radice del “drago” delle Canarie, come il famoso albero di Icod de los Vinos, nell’isola di Tenerife, è stata estratta una nuova molecola di struttura steroidea, chiamata Icogenina. Questa sostanza ha dimostrato attività citotossica verso le cellule leucemiche umane H-60, e potrebbe combattere la leucemia, bloccando la proliferazione dei linfociti patologici. L’effetto citotossico e l’attivazione della apoptosi (suicidio cellulare) sembra essere efficace anche per altri tipi di cellule tumorali.
Secondo il ricercatore Jaime Bermejo (notizie di giugno 2011), gli studi sulle molecole bioattive delle piante endemiche di Canarie, penisola iberica e Sudamerica riguardano anche alcuni funghi (come tre specie di Ganoderma australe, nella regione di Nuquí del dipartimento del Choco in Colombia), licheni e felci. Vari enti collaborano nella ricerca: l’Istituto dei Prodotti Naturali e Agrobiologia del Consiglio Superiore di Ricerche Scientifiche (CSIC) di La Laguna (Tenerife), l’ Istituto Universitario di Bio-Organica Antonio González, i dipartimenti di Chimica e Biochimica dell’Università di Las Palmas ( Gran Canaria) e dell’Università Nazionale della Colombia , l’Istituto Canario di Ricerca sul Cancro.
Il drago è un albero leggendario che, insieme alla palma, costituisce uno dei simboli di Tenerife e delle isole Canarie. Appartiene al genere Dracena, che conta una cinquantina di specie ed è originaria dell’Asia e dell’Africa tropicale. L’arbusto, come il “tronchetto della felicità”, è molto diffuso come pianta d'appartamento. Ma soprattutto nelle Canarie sono presenti due specie arborescenti: Dracaena draco e Dracaena tamaranae. Il suo nome deriva dal greco drakaina, cioè femmina del drago, probabilmente riferito alla sostanza resinosa prodotta dalla corteccia che, seccando, diventa rossa e crostosa, quindi “sangue di drago”. Questa resina viene usata tradizionalmente nella produzione di vernici e per usi medicinali, come astringente ed antiemorragico.
La botanica classifica la Dracena nella famiglia delle Agavaceae, ordine Liliales. Ma le recenti ricerche genetiche tendono a collocare le Agavaceae nell’ordine delle Asparagales, ed il genere Dracaena in una propria famiglia, le Draceaenaceae, o secondo altri autori in quella più ampia delle Ruscaceae. In effetti, la dracena a portamento arboreo può raggiungere anche 10 o 20 metri, e vivere mille o duemila anni. La Dracaena Draco è originaria delle Canarie, raggiunge dimensioni ragguardevoli, cresce molto lentamente ed è particolarmente longeva. Fu una pianta culto nel popolo dei Guanches (i primi abitanti delle Canarie, di origini misteriose, ma probabilmente Berberi) per le sue presunte proprietà curative e viene ricordata anche da Aristotele e Carlo Magno. In un giardino di Tenerife era presente un esemplare enorme, ritenuto sacro, che misurava quasi 25 metri di altezza e 14 metri di circonferenza. Il botanico tedesco Humbolt nel 1799 aveva stimato la sua età a cinque o seimila anni. Questo drago fu distrutto da un uragano nel 1868.
M.C.G.
Il drago di Icod de los Vinos (isola di Tenerife)