TOMBOUCTOU in pericolo

9 luglio 2012

 

Nel 1973 Attilio Gaudio scriveva:

“Tombouctou, la mystérieuse et légendaire cité du désert, retrouve son rôle historique de métropole culturelle de l’Afrique musulmane au Sud du Sahara grâce à l’impulsion donnée par l’Unesco et par l’Institut de Sciences Humaines du Mali. A cette coopération internationale on doit la toute récente inauguration du CEDRAB, le Centre de documentation et recherches historiques Ahmed Baba”.

 

Nel 1998 la “città dei 333 santi” è stata inserita nella lista dei luoghi considerati dall’Unesco patrimonio dell’umanità.

 

Oggi, 2012, non si parla più di rinascita, bensì di distruzione. E l’Unesco l’ha inserita il 28 giugno scorso tra i patrimoni mondiali a rischio.

 

Tombouctou è minacciata dalle violenze e dall’instabilità politica che stanno sconvolgendo il Mali dopo il colpo di stato militare del 22 marzo scorso, che ha rovesciato il presidente Amadou Toumani Touré, accusato dai golpisti di incuria verso i diversi gruppi armati che attaccano il Nord del paese dalla metà di gennaio 2012. Ma, sempre in marzo, un gruppo islamista prima sconosciuto, Ansar Ed Dine (i partigiani della religione), guidato da Iyad Ag Ghaly, un mercenario di origine tuareg dal passato oscuro, si è fatto avanti e ha sopraffatto i nomadi tuareg separatisti del MNLA (Mouvement National de Libération de l’Azawad), con cui si era alleato per combattere le truppe governative.

 

La situazione è complessa, anche perché il MNLA sta perdendo consenso tra le popolazioni del Nord: alcuni lo considerano responsabile, con la cacciata dell’esercito nazionale, di aver creato le condizioni per l’arrivo degli islamisti; altri non vogliono l’indipendenza della regione dell’Azawad.

 

I Tuareg sono dunque stati espulsi da Gao il 27 giugno, dopo violenti combattimenti contro il MUJAO (Mouvement pour l’Unicité et le Jihad en Afrique de l’Ouest), favorevole alla guerra santa. Il giorno dopo sono stati costretti a lasciare anche Tombouctou su ordine di Ansar Ed Dine. Questo gruppo è legato anche ad Al Qaida nel Maghreb Islamico (AQMI). Sono tutti intenzionati ad estendere la sharia (il diritto islamico) all’intero Mali.

Vogliono sfidare l’Occidente e l’Unesco?

 

Ecco la situazione oggi: i ”difensori dell’Islam“ hanno già distrutto a Tombouctou sette mausolei di santi musulmani su sedici (compreso un santuario musulmano del XV secolo intitolato a Sidi Mahmoud) e la porta inviolabile, fino alla fine del mondo, della moschea Sidi Yahia (XV secolo), una delle tre moschee storiche della città. La porta era sigillata perché chiudeva l’accesso alle tombe di altri santi personaggi venerati dalla tradizione locale.  Secondo la leggenda, chi apre questa porta avrà tutte le sventure … Vogliono sfidare la leggenda e il mondo intero? 

 

“Quei tesori distrutti da barbari in nome di un falso Islam”, secondo la definizione di Tahar Ben Jelloun, hanno sconvolto tutto il mondo musulmano, non solo la comunità internazionale. Anche Ban Ki-Moon, all’Organizzazione della Conferenza Islamica, che riunisce cinquantacinque nazioni di fede musulmana, ha accusato dello scempio gli «estremisti fanatici» di Ansar Ed Dine. Nonostante queste condanne, i militanti islamisti hanno annunciato l’imminente distruzione di altri tredici templi, santuari e cimiteri dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

 

Ma perché gli islamisti vogliono distruggere Tombouctou?

Il mercenario Abu Albas ha affermato per televisione: «C’è un solo Dio» e, indicando tutte le meraviglie di Tombouctou, ha continuato: «Così questo è haram, proibito; ecco perché lo raderemo al suolo». Non possiamo non ricordare l'analogia con la distruzione dei Buddha di Bamyan in Afghanistan per mano dei talebani, e pensare che le prime vittime degli integralisti islamici sono proprio la cultura e le donne. E allora l'Unesco non è chiamato in causa. Questi monumenti non sono “consoni alla legge islamica”, affermano gli Ansar Ed Dine, fautori della versione più rigida e intollerante della sharia, quella salafita. Vogliono applicare la legge coranica, che proibisce l’erezione di tombe di altezza superiore a quindici centimetri, mentre i mausolei della “perla del deserto” (piramidi tronche) sono alti alcuni metri.

 

I mercenari e gli jihadisti di Ansar Ed Dine seguono un Islam formato sul modello sunnita wahabita (movimento nato nel XVIII secolo che si proponeva di riportare l'Islam alla purezza originaria) diffuso nei paesi del Golfo e fondato su un rapporto diretto tra i credenti e Dio (la cui rappresentazione è strettamente proibita), mentre in Mali prevale la credenza soufi, che autorizza i santi e la loro rappresentazione. Tuttavia la maggior parte degli stati wahabiti proibisce la distruzione di monumenti islamici.

 

Tombouctou, la città dell’oro, fu fondata a Nord del fiume Niger tra il V e l’XI secolo dai Tuareg intorno a un pozzo (Tin) sorvegliato da una vecchia donna, Bouktou.  Centro culturale e commerciale, ha fatto da ponte tra il Nord Africa e l’Africa sub-Sahariana. E’ stata il luogo in cui s’incontrano chi viaggia in piroga e chi a cammello, i nomadi del deserto e gli abitanti dell’Africa Nera, i berberi e gli arabi.

 

Il commercio di oro, sale, avorio, stoffe, spezie e libri la trasformò nel giro di tre secoli in una delle città più opulente e colte dell’Africa occidentale, abitata da intellettuali, architetti, scribi e giuristi, filosofi e studiosi, tanto da divenire rapidamente un importantissimo centro di irradiazione della cultura islamica. Nel 1400, erano circa venticinquemila gli studenti che frequentavano l’università di Sankoré.

 

Le sue abitazioni e i suoi monumenti sono costruiti in pietra e, più spesso,con uno straordinario impasto per formare dei mattoni crudi che hanno saputo sfidare il tempo.

 

Ma non la furia iconoclasta dei “barbuti”, che tra l’altro hanno distrutto opere che richiamano turisti da tutto il mondo.

Un danno storico, artistico, economico e culturale.

 

Mila C.G.

Gaudio a Tombouctou nel 1973, inviato dall'agenzia Ansa

 

Gli estremisti di Ansar Ed Dine distruggono un mausoleo a Tombouctou

(Fonte: http://www.liquida.it/mausolei/)

 

Tombouctou, la moschea di Sankoré. Ha le dimensioni della Kaaba, l'edificio più sacro dell'Islam al centro della Mecca. Fu sede della celebre università del Medioevo. Sarebbe stata costruita verso la metà del XV secolo, nell'ultimo periodo dell'impero mandingue.

 

 

Nella moschea Djngareyber, la più grande di Tombouctou, si tiene la grande preghiera del venerdì. Fu costruita nel 1325 da Kankan Moussa, imperatore del Mali.

 

 

Tombouctou, la moschea di Sidi Yahia, imam e protettore della città

(xv secolo)

 

 

 

Il grande fiume Niger, in particolare nel tratto che collega Tombouctou a Djenné e a Gao, ha rappresentato una delle

principali arterie di comunicazione e di trasporto(fonte-http://www.missioni)

 

 

 

Interno di una casa in pietra tipica di Tombouctou (archivio A.G.)

 

Il materiale da costruzione delle case di Tombouctou in "banco" viene preparato mescolando acqua, sabbia, paglia, sterco (archivio A.G.)

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