SCOMPARSA LA GIORNALISTA KATIA SABET

8 giugno 2011

 

Un’altra persona, tra gli amici e colleghi di Attilio Gaudio, è scomparsa: Katia Sabet, giornalista, scrittrice e professore universitario. Aveva conosciuto, nei primi anni cinquanta, il giovane Gaudio, che era stato incaricato, per ricerche etnografiche all’oasi di Siwa, dal Département d’Afrique Blanche du Musée de l’Homme di Parigi. Un’amicizia che è durata tutta la vita.

 

Katia Sabet è nata e vissuta al Cairo. La città, racconta ricordando la sua vita, “era ancora attraversata da pigre carrozze, e le rare automobili suscitavano l’ammirazione dei passanti. Ho trascorso l’infanzia tra una casa al limitare del deserto, nella periferia sud del Cairo (così silenziosa che sembrava abitata dai fantasmi), e un borgo con castello turrito in Toscana. Ero una bambina solitaria, con la lettura come unica distrazione. In casa, non mancavano i libri. C’era anche un’enorme enciclopedia con trentasei volumi … ma a volte le letture non mi bastavano, dovevo inventarmi dei personaggi immaginari, dalle avventure mirabolanti…”

 

Dopo aver insegnato per ventotto anni lingua e letteratura italiana all’Università della capitale egiziana, Katia si è dedicata alla scrittura, svolgendo un’ intensa attività giornalistica prevalentemente di attualità internazionale per diversi quotidiani egiziani e americani, e pubblicando numerosi romanzi di avventura, soprattutto per ragazzi. Il tema principale è quello delle grandi scoperte archeologiche dell’Antico Egitto. Tra i suoi libri, pubblicati in francese presso le edizioni Gallimard Jeunesse, citiamo: Le sorcier de Louxor, Le trésor d'Hor Hotep, Les sortilèges du Nil (con l’immancabile cane Ringo compagno di avventure dei due giovani protagonisti Rami e Hammouda). La sua ultima opera, Le rubis d’Anubis, è uscita nell’aprile 2011, pochi giorni prima del tragico, banale e fatale incidente mentre era in vacanza in Australia.

 

Inoltre, ha scritto molte sceneggiature per film prodotti dalla televisione mediorientale. Disse in un’ intervista: “…. J’ai eu le grand bonheur de voir mes personnages devenir vivants, se mouvoir et parler et vivre enfin les aventures que j'avais imaginées pour eux. Un jour, un producteur m'a demandé d'écrire l'histoire d'un film dont le héros serait un chien particulièrement intelligent et courageux.”…. Questo cane è stato, in effetti, il suo grande compagno negli ultimi anni, vissuti prevalentemente in campagna, nel delta del Nilo.

 

Lo scorso 24 aprile, pochi giorni dopo la sua morte improvvisa, la redazione del quotidiano francofono Le Progrès Egyptien, per il quale Katia Sabet scriveva sovente degli articoli, ha pubblicato un elogio in sua memoria: “….Il giornale ha perduto la sua penna d’oro. Il suo ricordo resterà eternamente nello spirito dei suoi lettori e colleghi …La sua penna infallibile ha tracciato il percorso della Storia dell’Egitto con minuzia e profondità, lasciando trasparire un sincero attaccamento alla sua terra natale”.

 

Katia Sabet al Cairo

 

 

Katia Sabet (a destra) nello studio radiofonico del Liceo Francese del Cairo, 2008

Foto:J.C.Aunos

 

 

Un libro di Katia per bambini

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