1° febbraio 2012
Due giorni fa, la triste notizia dalla Namibia, da parte di Adriana e Allegra, moglie e figlia di Baistrocchi: “E' con tristezza e con dolore che vi comunichiamo la scomparsa di Massimo avvenuta a Windhoek il 22 gennaio". Della Namibia Massimo si era innamorato, tanto da trascorrervi parecchi mesi all'anno. Alla Namibia aveva dedicato Elegia Namibiana, una raccolta di poesie ispirate ai luoghi più rappresentativi del Paese, il Fish River Canyon, lo Spitzcoppe, il fiume Orange. Ed in Namibia è deceduto.
Un appassionato dell'Africa, non solo come diplomatico, ma anche come studioso,viaggiatore e artista, ed è così che Attilio Gaudio l'ha conosciuto ed ha mantenuto i contatti per oltre trent'anni.
"Avrei voluto avere più tempo per raccontare con il dovuto agio le vicende di un diplomatico forse diverso, che ha la pecca di essere "figlio d'arte" - scriveva Massimo Baistrocchi il 1° giugno 2003-. Sono figlio di un diplomatico che nel 1943 con la famiglia, me compreso, trascorse due anni di campo di concentramento in Giappone, per non aderire a Salò (fummo liberati dagli americani dopo Hiroshima e Nagasaki) …
Mio nonno l'Ammiraglio Alfredo Baistrocchi, nel 1928 "litigò" con Mussolini sulla questione del riarmo navale, volle uscire di scena e chiese di andare a fare il Console Generale ad Hong Kong e il caso ha voluto che esattamente sessanta anni dopo anch'io abbia avuto lo stesso incarico nella Baia dei Sette Dragoni ...
Ora sono qui, in Namibia da due anni, dopo aver fatto l'Ambasciatore d'Italia in Ghana per quattro anni e mezzo. Per quattro anni sono stato un Capo Ufficio - vale a dire responsabile della promozione culturale italiana nel mondo, mi occupavo di arte, cinema, teatro, opera e molto altro - al Ministero, quando era Direttore delle Relazioni Culturali Sergio Romano, poi sono stato chiamato da lui a Mosca come responsabile della Cancelleria Politica dell’Ambasciata, dall'ascesa di Gorbaciov fino a poco prima della sua caduta. Momenti tutti massacranti ma esaltanti”.
Una vita intensa e complessa, che qui completiamo.
Nato in Giappone nel 1942, si è laureato in Scienze Politiche e Sociologia all'Università Cattolica di Milano. È vissuto in Argentina, Brasile, Egitto e Francia al seguito del padre diplomatico. Divenuto diplomatico a sua volta, ha lavorato al Servizio Stampa del Ministero degli Affari Esteri (1970-1972), poi è stato trasferito in Malaysia (1972-1975) e Algeria (1975-1979). Rientrato a Roma gli è stata affidata la direzione dell'ufficio della promozione della cultura italiana nell'ambito delle Relazioni Culturali del Ministero degli Affari Esteri. E’ stato Consigliere Politico presso l'Ambasciata d'Italia a Washington (1983-1986), poi ha prestato servizio a Mosca (1986-1988), quindi Console Generale d'Italia a Hong Kong (1988-1991).
Rientrato a Roma sul finire del 1991, ha ricoperto un incarico alla Direzione Generale degli Affari Economici prima di essere nominato ambasciatore in Ghana, con accreditamento anche in Togo (1996-2000), poi trasferito a Windhoek in Namibia (2001-2004,). Successivamente gli è stata affidata la Presidenza della Commissione Interministeriale per il Recupero delle Opere d'Arte (2004-2006). Dall'ottobre 2006 è stato ambasciatore d'Italia in Nigeria e in Benin.
È stato anche giornalista, fotografo e scrittore, pittore e incisore. Ha illustrato le sue stesse pubblicazioni, tra cui figurano molte raccolte poetiche, e ha esposto le sue opere in numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero. Ha scritto articoli e libri di letteratura, politica, questioni culturali, poesia, etnografia, archeologia ed ha collaborato con il Prof. Sabatino Moscati alla rivista "Archeo".
Ma preferiamo ricordare tre opere legate all’Africa: un romanzo, Il castello e i suoi amanti (Spirali, 2008, con prefazione di Wole Soyinka, premio Nobel per la letteratura nel 1986), Rose di porcellana. Poesie dal Golfo di Guinea, 1996-1997 (All’Insegna del Pesce d’Oro, 1999), Antiche civiltà del Sahara (Mursia 1986).
Il ministro Nangolo Mbumba lo ricorda con queste parole: “Ci è stato vicino non solo come diplomatico, ma anche come artista , scegliendo Windhoek per le sue esposizioni. Era un uomo aperto e generoso, un amico della Namibia e per la Namibia voleva sempre il meglio. Per me e per chi ebbe la fortuna di conoscerlo è stato un cittadino namibiano a tutti gli effetti.”
Come scrive Massimiliano Sardina, “non possiamo sottrarci dal provare un genuino stupore per la vastità dei suoi interessi, tanto nell’ambito della brillante carriera politica d’impronta internazionale che in quello concernente l’ampio ventaglio delle attività creative”: una figura poliedrica e geniale, senza una separazione netta tra vita e arte.