Per ricordare Attilio Gaudio, Argo darà la parola ai suoi amici.
La prima testimonianza che pubblichiamo è di Giulio Calegari, paleo-etnologo del Centro Studi Archeologia Africana*, al quale vanno i nostri migliori auguri di completa guarigione:
UN PENSIERO PER ATTILIO GAUDIO
(1930-2002)
"Caro Attilio
Mi trovo nell'imbarazzo di dover parlare di te: agli amici, a chi vorrebbe conoscerti meglio e a chi ancora, mi dicono, non sa
che te ne sei andato.
Imbarazzo ... perché, mi vedi che sto qui ad elencare i tuoi titoli?
Laureato in Scienze Antropologiche e poi in Lettere e Scienze Umane, Membro dell'Istituto Internazionale di Antropologia di Parigi, Direttore del Centro Internazionale di Ricerche Saheliane e Sahariane, Membro dell'Accademia Francese delle Scienze d'Oltremare, Giornalista da sempre e corrispondente per numerose Agenzie, fra le quali l'ANSA, autore di moltissimi articoli, contributi scientifici e libri, organizzatore di importanti convegni, mostre ...
Mi sembra di sentire la tua inconfondibile risata, come se avessi fatto una battuta, come tutte le volte che ci si scrollava di dosso la solennità del rigore scientifico, per affrontare con entusiasmo una ricerca. Perché erano proprio l'entusiasmo, l'amore, che ti hanno sempre portato a non rimanere prigioniero di Accademia, liberando il tuo spirito intuitivo.
Hai sempre avuto coraggio e curiosità e hai affrontato problematiche nuove, mettendo in conto anche di sbagliare, perché l'errore, fatale ai "Professori" che sbagliano, può essere fecondo a chi ricerca con passione e, avvicinandosi alla linea d'ombra, ne trae argomento di sorpresa e dibattito.
Per questo ci siamo spesso fatti gli elogi e le critiche più aspre anche in pubblico.
Sto rileggendo una tua autobiografia che hai intitolato "Una vita nel ciclone della storia - Dalla guerra partigiana al terzo mondo". L'avevo solo affrontato a frammenti, quando me l'avevi regalato, questo tuo libro. Mi sembrava un saluto. Ora mi permette di ritrovarti: in viaggio come al solito, nel tuo Sahara soprattutto, tra antiche città da salvare la cui storia viaggia da accampamento ad accampamento, a dorso di cammello, arrotolata in tappeti di memoria, come le preziose biblioteche del deserto, che tanto ti stavano a cuore. Poi ti vedo cronista in tante guerre, quelle di liberazione soprattutto, dalla parte degli oppressi del Terzo Mondo, di chi lottava per l'indipendenza. Ti trovo a parlare con il Che Guevara e con tanti altri protagonisti della storia di questo secolo che se ne è appena andato.
Quanta strada hai fatto, Attilio! Lo sapevi bene che non ti potevi fermare. Inseguivi un ideale che non ti avrebbe mai concesso una sosta: la speranza di intravedere un futuro dove la libertà, l'amore, il desiderio di sapere e comunicare, che l'uomo giusto si porta appresso da sempre, potessero trionfare su quella crisi della ragione che sovente torna ad oscurare i più bei pensieri dell'umanità.
Giulio"
Grazie Giulio.
Sono già passati dieci anni dal tragico incidente che ha interrotto progetti, ricerche, viaggi, libri, congressi del CIRSS, il Centro studi ricerche sahariane e saheliane che Gaudio aveva fondato a Parigi e che è rimasto ancora orfano.
Qualche lavoro è uscito postumo, altri saranno completati, come il secondo viaggio sulle orme di Marco Polo, sessant'anni dopo, oppure la storia di Timbuctù, la Ville Eternelle du Sahara, oppure ancora i popoli autoctoni. Infatti Gaudio aveva già elaborato i piani di queste opere, scritto la maggior parte dei testi, raccolto i suoi articoli e fotografie, consultato documenti, fatto ricerche storiche e sul terreno.
Ma cosa direbbe oggi Attilio Gaudio davanti agli ultimi avvenimenti in Africa e nel Sahara, che da più di un anno sono in primo piano per le insurrezioni popolari e la "primavera araba"? Forse si aspettava l'esito della lotta per l'indipendenza dei Tuareg, e la caduta delle dittature, ma certamente piangerebbe per la distruzione degli storici monumenti islamici di Timbuctù.
Mila C.G.
*Archeologia Africana - Saggi occasionali, Centro Studi Archeologia Africana, Milano 2002-8, stampato il 30 ottobre 2003
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