Milano, 10 novembre 2012 Moneta in ferro degli Afo, Nigeria(fonte:www.arts-ethniques.com)

Organizzata dal CSAA (Centro Studi Archeologia Africana *) si è tenuta sabato 10 novembre 2012, presso il Museo di Storia Naturale di Milano, una conferenza sulle monete africane etniche tradizionali.

L'argomento è stato introdotto da Gigi Pezzoli, presidente del Centro, e concluso da Adolfo Bartolomucci**, esperto e mercante d'arte africana, che ha esposto alcuni pezzi della sua collezione. Sono intervenuti, proponendo considerazioni da diversi punti di vista, Angelo Miccoli, numismatico e collezionista di monete africane, l'antropologa Lidia Calderoli, e Aldo Tagliaferri, studioso di arte africana. Il tema delle monete tradizionali, osserva Pezzoli, sta diventando da qualche tempo oggetto di crescente interesse, sia nel campo degli studi scientifici, sia dal punto di vista collezionistico e quindi del mercato. Sono trascorsi più di sessant' anni dallo studio sistematico di Alice Hingston Quiggin A Survey of primitive Money (1949), che ha repertoriato in Africa diverse decine di monete tradizionali utilizzate per scambi e per attività rituali. Recentemente sono stati publicati The perfect form - On the track of african tribal currency di Ballarini, e African Currency - Monete tribali dell'Africa subsahariana, di Bartolomucci, con testi di Aldo Tagliaferri, Piero Voltolina, Mary Beni, Giorgio Teruzzi e Lidia Calderoli.

Ormai diversi studiosi anche all'estero si interessano a queste monete. Infatti le loro forme, strumentali o fantasiose o ornamentali, li avvicinano a manifestazioni artistiche, mentre diventa sempre più difficile trovare in Africa oggetti come maschere, statue, monili antichi. Così la diversificazione del mercato d'arte africana sta portando a falsificazioni di queste quasi-monete, a volte riconoscibili per il disegno rozzo o per l'uso di ferro riciclato. Ma cosa si intende per moneta in Africa? Occorre modificare il moderno concetto di moneta e di denaro, diventato sempre più simbolico anzi virtuale. Nelle società primitive il semplice scambio di servizi o prodotti della terra era praticato mediante il baratto, e la moneta-merce aveva un valore intrinseco come mezzo di pagamento. Questo tipo di monete è stato identificato in molti paesi, non solo in Africa: Cina, India, Nepal, Messico, Perù ... Anche nelle comunità rurali del nostro passato recente si usava lo scambio di beni, e il baratto è ancora praticato in piccoli contesti sociali anche urbani, sotto altre forme ispirate da un tipo di economia predicata da studiosi contemporanei, come Serge Latouche, che parlano di autosufficienza, sostenibilità ambientale, "decrescita felice". sisteva in Africa un complesso sistema valutario utilizzato lungo le piste commerciali che portavano dal Mediterraneo agli oceani Atlantico e Indiano. In questo tipo di mercato arcaico si scambiavano inizialmente "beni monetari": schiavi, animali, avorio, noci di kola, sale (fondamentale per la conservazione dei cibi), perline di vetro, corallo, vestiti, armi, barre di ottone, giavellotti e frecce, conchiglie di cauri, oro ed altri metalli, piume di struzzo, pezzi di tessuto, manufatti d'avorio, zucchero, tè, datteri, arachidi, corallo, sementi.

Conchiglie e collana del mollusco Cyprea annulis, monete cerimoniali (fonte www.coincoin.com) - carovana per il trasporto del sale (fonte arnerbank.ch)

Ma nelle società più complesse la moneta-merce (priva di equivalente universale) fu sostituita da un bene particolare - inizialmente forse un animale, in seguito un metallo prezioso - dotato sì di valore intrinseco, ma socialmente riconosciuto e indipendente dall'oggetto di scambio. E quando il valore del metallo usato per il conio divenne inferiore al potere d'acquisto della moneta, questa divenne un oggetto dal valore convenzionale, la moneta-segno. Le pre-monete così divennero "segno", e assunsero forme diversissime tra loro, legate alla storia e alla vita quotidiana delle etnie che le producevano. Si tratta in genere di oggetti metallici in ferro, rame o bronzo, con vari scopi. Il numismatico parla anche di pseudo-monete, che possono essere usate come moneta-denaro, oppure (quando la funzione è utilitaristica, ostentativa o di tesaurizzazione) come para-moneta. Qualche esempio:oggetti in metallo di varie forme e dimensioni come zappe, badili e vanghe di ferro (alcune del peso di 30-40 kg) della Nigeria centrale (risalenti anche alla civiltà Nok, 5°-6° secolo a.C.) punte di freccia alte fino a un metro e mezzo, gambiere e cavigliere in rame del Congo, zagaglie, asce, croci, maniglie. Il ferro era il metallo più prezioso, in quanto atto a fabbricare strumenti agricoli e armi.

E' riduttivo chiamare queste monete tradizionali "primitive". Negli anni Venti i dati raccolti da Thurnwald, Boas, Malinowski, Mauss sul fenomeno dello scambio e le regole cerimoniali evidenziarono il fatto che l’aspetto economico si inserisce in un fenomeno sociale totale, di cui fanno parte parentela, etnia, politica e religione. La moneta africana è un sistema di simboli, in base ai valori di una particolare cultura che produce diversi tipi di monete e conserva un legame mistico con i successivi proprietari. La società in tal modo non perde il controllo dei prodotti del proprio lavoro, e lo scambio non avviene in funzione del profitto, al contrario dello scambio di mercato.

Mbole, Rep. Dem. Congo, moneta in rame (fonte www.arnerbank.ch) - La forma perfetta (2009) di Roberto Ballarini, Ed. Galleria Africa Curio - Yoruba, Nigeria, bracciale-moneta cerimoniale in rame (fonte www.arnerbank.ch)

Questi oggetti venivano usati nel commercio, al posto delle monete coniate, ancora all'inizio dell'epoca coloniale e fino ai primi decenni del secolo scorso. Il loro valore dipendeva soprattutto dalla loro forma e dal loro peso. Si può semplificare dicendo che le prime "monete" furono l'orzo a misura, il sale a sbarre, l'argento a peso. Ma come le conchiglie, le lance e le cavigliere, non sono una vera moneta, in quanto manca la garanzia di un'autorità centrale, e uno standard di misura riconosciuto dalla comunità.

Il ruolo del fabbro è dunque fondamentale nella fabbricazione di questi oggetti. Esiste il fabbro metallurgista, ormai quasi scomparso, che produce il metallo, e il forgiatore. Il suo potere sulle materie prime, che trasforma con il fuoco, si estende all'uomo. Il fabbro in Africa è dunque anche guaritore, sacerdote, esecutore di rituali, oltre che artefice di utensili, armi e gioielli, oggetti che possiedono un duplice valore, simbolico e d'uso. Lidia Calderoli, che ha studiato il ruolo del fabbro in un villaggio del Burkina Faso ( vedi in Archivio 2011-2012) afferma che con il suo maglio ha potere di vita, con il coltello può prevenire un suicidio, con il forno (che per la forma evoca il ventre della gestante) favorisce la fecondità, con il mantice svolge attività terapeutiche per le patologie da surriscaldamento, che deve raffreddare. E' interessante notare che la moglie del fabbro ha spesso il ruolo di ostetrica o di vasaia, creatrice di forme. In altre regioni però il fabbro non è uomo di pace, ma temuto ed emarginato in quanto anche becchino (Camerun) o autore di riti malefici (Niger). E come tradurre il valore di queste monete etniche, e dell'arte africana in genere, secondo i nostri criteri occidentali, "senza tradire l'oggetto"? Aldo Tagliaferri ricorda che il loro valore, secondo l'antropologa britannica Mary Douglas, va al di là del loro uso come moneta di scambio.

La riunione si conclude con Bartolomucci, che racconta come ha scoperto e iniziato a collezionare questi oggetti in cinquant'anni d'Africa. Conobbe "i primi esemplari Luba a forma di X in rame nel primo viaggio che feci nel Katanga: ne conoscevo già le forme perché nel 1961 il governo provvisorio del Katanga aveva fatto coniare due monete ufficiali sulle quali era riprodotta la vecchia moneta a forma di X... La svolta del mercato delle monete è avvenuta negli anni 1995-2000. Tanto grande fu l’interesse dei mercanti europei che le piazze di Lomé, Abidjan, Douala e Accra si riempirono di ogni sorta di oggetti definiti monete. Proprio a Lomè quando rividi in grande quantità le pesanti lastre in ferro forgiato a sbalzo a forma di zappa ricurva, del peso 8-15 kg, provenienti dalla Nigeria, mi fu detto che le monete Angas si usavano come regalo per il padre della sposa al momento del matrimonio e per acquistare animali, schiavi, armi. Sul mercato di Abidjan in Costa d’Avorio trovai notevoli quantità di Liganda, oggetti simili a lunghe lance in ferro forgiato, cavigliere in rame Mbole, gambiere in bronzo Ekonda tutte provenienti dal Congo Leopolville come era chiamata in quel periodo la Repubblica Democratica del Congo... ". Così la storia delle monete, in tutte le loro accezioni, si intreccia con la storia dei popoli e dei loro paesi. (M.C.G.)

* www.csaamilano.it - www.africanartgallery.it

Croci del Katanga in rame(fonte arnerbank.ch) - Moneta del Ghana con inpresso il tradizionale cauri (fonte www.arnerbank.ch) - African Currency (2012) a cura di Adolfo Bartolomucci ,Ed. African Art Gallery