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Il Centro di Cultura Italia-Asia "G. Scalise" (Sede Legale: 20133 Milano - Via G. Aselli, 29, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.italia-asia.it) ha organizzato un ciclo di conferenze, in collaborazione con il Museo d'Arte e Scienza (tel. 02/72.02.24.88 – mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.), su "LO SPIRITO DELLA MASCHERA, testimonianze dall'Asia e dall'Africa.

 

Per l’occasione, il Centro di cultura Italia-Asia pubblica una monografia su queste affascinanti tematiche “Lo spirito della maschera: testimonianze dall'Asia e dall'Africa”, a cura di Susanna Marino. In programma, dal 5 ottobre al 16 novembre 2015, h18.30 –19.30, Ivan Bargna: Maschere e mascheramenti: gli oggetti e le pratiche - Susanna Marino e Giampiero Raganelli. Happuri, mengu e menpō: l'altro volto del samurai -  Andrea Pancini: Maschere demoniache nel folklore giapponese: il Namahage ed altri casi - Andrea Maurizi: L’uso delle maschere nella tradizione spettacolare dell’antico Giappone: il gigaku - Enrico Masseroli: Il Topeng a Bali: rito e spettacolo - Bruno Albertino ed Anna Alberghina: Forza ed estetica delle maschere africane- chiude il ciclo Massimo Candellero con Le maschere del Tibet.

Dunque lunedì 9 novembre Bruno Albertino e Anna Alberghina hanno animato l'interessante conferenza sulle maschere africane con foto e un breve filmato. In sostanza, l'’Africa ha dato origine ad un gran numero di maschere che hanno diversi significati e funzioni. L’Occidente considera le maschere come oggetti d’arte, mentre per gli Africani esse sono uno strumento di culto, frutto di differenti culture e parte integrante di esse. Le maschere d’Africa rappresentano il cuore pulsante del continente, sono spiriti che parlano, evocando la forza interiore degli antenati mitici. Maschere, volti, sculture parlanti che raccontano la vita di uomini e donne nella quotidiana fatica del vivere. Per comprenderne la funzione e le radici mitiche è fondamentale mantenere un delicato equilibrio tra approccio etnografico ed estetico.

Agli inizi del ‘900 Matisse, Picasso e le altre avanguardie artistiche dimostrarono grande interesse per l’Art Nègre, ma ricercarono in essa soprattutto soluzioni a problemi plastici e formali, mentre, nel contesto africano, l’oggetto è sempre il supporto di un rito che evoca i miti originari e rafforza la memoria degli antenati. Le maschere, attraverso le importanti Società Segrete, assicurano l’ordine sociale, la giustizia e mediano il contatto con il trascendente. Esse sono indissociabili da canti, musica, danze e sacrifici mentre in un contesto museale diventano totalmente avulse dalla realtà ed appaiono sotto un profilo prioritariamente estetico. L’utilizzo delle maschere in Africa è stato ed è tuttora minacciato da differenti fattori che hanno posto fine alle tradizioni culturali come l’economia di mercato, la rapida urbanizzazione, l’influenza delle religioni esterne (Cristianesimo e Islam) ed il colonialismo, solo per citare le cause più importanti. I due conferenzieri, entrambi medici torinesi, hanno organizzato una mostra a Cherasco (Cuneo) dal titolo "African style - Dall'arte africana tradizionale all'arte contemporanea".

*da sabato 17 Ottobre 2015 a domenica 17 gennaio 2016 - Cherasco (Cuneo) - Via Vittorio Emanuele 29 Tel 0172427050
Merc/Ven 14,30-18,30 Sab/Dom9,30-12,30; 14,30-18,30 Ingresso libero - Info. 0172427050 -3391816583
www.africantribalart.it