CONNAISSANCES ACTUELLES ET METHODES DE RECHERCHE EN ANTHROPOLOGIE - Un voyage sans fin

© L’Harmattan, 2010, 5-7, rue de l’Ecole Polytechnique, 75005 Paris

Prefazione di Bernard Huet, segretario generale dell’Ecole d’Anthropologie di Parigi

Introduzione di Gastone Ortona Orefice, direttore di “Italian Journal” di New York, già corrispondente dell’Agenzia giornalistica Italia e della RAI a Parigi, Bruxelles, New York

Presentazione di Jean Wolf, giornalista-scrittore presidente dell’Associazione Reale della Stampa Europa-Terzo Mondo di Bruxelles.

Gaudio tra i cacciatori Somba, 2001

La storia di questo libro è contenuta nel tuo titolo. L’Autore aveva pensato a una “Odyssée Humaine”, una sorta di “viaggio” antropologico per i suoi studenti dell’Ecole d’Anthropologie di Parigi. Ma il destino ha deciso diversamente. Il 12 luglio 2002, i suoi progetti si sono infranti in un tragico incidente sull’autostrada che l’avrebbe portato a Bolzano, il cui museo archeologico ospita la mummia del Similaun, il celebre Otzi vissuto almeno cinquemila anni fa e scoperto nel 1991 in un ghiacciaio del Tirolo, quasi al confine tra Italia e Austria. Quest’ultima missione doveva appunto completare la sua documentazione per la prima parte del libro, intitolata “le nostre origini e l’avventura planetaria dell’Uomo.

Più tardi, la moglie e i figli hanno ripreso questo lavoro per non lasciare incompiuta la sua volontà e per testimoniare la sua passione per la ricerca, la conoscenza, l’esplorazione. Il progetto iniziale è stato riformulato, il numero di pagine ridotto, la storia dell’Uomo arricchita con la recente scoperta in Ciad di Toumaï, ominide di sette milioni di anni, e con la storia di Otzi, l’uomo dei ghiacci. La nuova edizione francese, senza avere la pretesa di essere un trattato specialistico, si rivolge a tutti i lettori interessati dalla storia dell’Umanità e ai metodi per studiarla. Attraverso un itinerario vario e colorato, ma rigoroso e scientifico, costruisce una visione globale, pluridisciplinare, sia diacronica che sincronica, dell’antropologia. Attilio Gaudio aveva appunto definito “antologia antropologica” questo lavoro, convinto che le scienze antropologiche “troveranno il loro posto privilegiato nell’areopago universitario e potranno ancora far sognare i giovani”, desiderosi non soltanto di fare soldi o carriera, ma di “dare una vera dimensione culturale alla loro identità professionale”. E’ questo amore per il sapere e per lo studio delle società umane attuali attraverso il loro passato che Gaudio voleva trasmettere agli studenti e agli interessati che hanno seguito le sue lezioni e conferenze. E’ la Cultura in tutti i sensi che costituisce il suo messaggio e la sua eredità morale.

In effetti, ha dedicato l’Odyssée al suo “professeur et maître à penser” Jacques Berque, del Collège de France e dell’Ecole Pratique des Hautes Etudes della Sorbona. Novello Ulisse nel mare infinito della conoscenza umana, Gaudio ha riunito quello che considerava l’essenziale dell’antropologia e dell’etnologia. Facendo una selezione mirata di informazioni, strumenti e metodi di ricerca, e di letture “obbligatorie”, vengono evocati molti problemi d’attualità: l’origine dell’Uomo e dei primi europei. Il problema della “razza” e la clonazione umana, l’identità dei popoli autoctoni e la religione delle origini, lo sviluppo socio-economico-politico e una nuova visione del mondo.

La seconda parte del libro affronta il problema dei metodi di ricerca. Dopo aver sottolineato l’importanza della “decolonizzazione” delle scienze umane, Gaudio si sofferma su esempi di applicazione pratica sul terreno con inchieste etno-sociologiche e articoli scritti in occasioni di missioni in Africa e Asia: ci parla dei Berberi dell’Atlante, degli ultimi Ebrei delle oasi marocchine, dei monaci tibetani e dei grandi nomadi Reguibat, ma anche di graffiti rupestri, di tradizione orale e di antichi manoscritti del deserto in pericolo. La scoperta, l’osservazione, la registrazione dei “fatti umani” vengono così in aiuto all’antropologia. Poiché questa scienza ha oggi numerosi versanti: in primo luogo culturale, ma esiste anche un’antropologia del linguaggio, dell’immagine, della comunicazione, oltre che genetica. L’Uomo è il risultato di un’evoluzione biologica la cui origine si confonde con l’origine stessa del pianeta. E così l’Uomo, in cammino nella storia, può conoscere il suo passato, riflettere sulla sua condizione e forse il suo destino. (Mila Crespi Gaudio)