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Grazie alle sue escursioni nel deserto egiziano, Maria Emilia Peroschi ha mostrato prove oggettive dei traffici che si susseguivano su queste piste. Il percorso prende nome da un deposito di giare ai piedi di una collinetta di arenaria, scoperto dal Principe Kamal el Din all'inizio del 1900 e situato a 170 km a sud-ovest dell’oasi di Dakhla. Abu Ballas, ossia “Il padre delle giare”, apparve subito come un sito enigmatico. Si cammina in mezzo a migliaia di frammenti di vasi e cocci in ceramica e terracotta sparsi sulla collina; si tratta essenzialmente di anfore che risalgono all'occupazione romana dell'Egitto, o forse dei resti delle riserve d'acqua dell'esercito di Re Cambise, oppure un deposito utilizzato dai guerrieri tebu che dal lontano Tibesti facevano razzie nelle oasi egiziane ...   

Soltanto più tardi, nel 1982, Carlo Bergman, in compagnia dei suoi dromedari, scoprì le tracce di una vera e propria pista carovaniera che, attraversando tutto il Deserto Occidentale Egiziano, portava da Dakhla al Gilf Kebir. Posizionata a circa 64 km da Qasr el Sagha, Abu Ballas era quindi un'importante stazione lungo il sentiero per le carovane che collegava Wadi el Natroun all'Egitto sud-occidentale. Molti altri depositi sono stati trovati negli ultimi anni, ma anche una vera e propria segnaletica fatta di lastre infisse nel terreno, cumuli di pietre, tracce di piste battute e resti di accampamenti.
Gli egittologi hanno finalmente la certezza che nell’antico Egitto esisteva un’organizzazione viaria e logistica che consentiva di coprire lunghe distanze, testimoniata da questi ritrovamenti e non più solo dai racconti lasciati da Herkuf nella sua tomba di Elefantina (Assuan).

 Attilio Gaudio nel deserto egiziano